Dal 5 dicembre 2019 al 19 gennaio 2020, negli spazi espositivi di Palazzo Reale a Milano, è stata aperta al pubblico la grande mostra “Storie di strada”, una grande retrospettiva con oltre 300 fotografie che riscostruiscono per tappe e temi la straordinaria vita professionale di Letizia Battaglia.
Promossa da Comune di Milano|Cultura, Palazzo Reale e Civita Mostre e Musei, la mostra anticipa con la sua apertura il palinsesto “I talenti delle donne”, promosso e coordinato dall’Assessorato alla Cultura, che durante tutto il 2020 proporrà iniziative multidisciplinari – dalle arti visive alle varie forme di spettacolo dal vivo, dalle lettere ai media, dalla moda alle scienze– dedicate alle donne protagoniste nella cultura e nel pensiero creativo.
Con circa 300 fotografie, molte delle quali inedite, “Storie di strada” attraversa l’intera vita professionale della fotografa siciliana, e si sviluppa lungo un articolato percorso narrativo costruito su diversi capitoli e tematiche. I ritratti di donne, di uomini o di animali, o di bimbi, sono solo alcuni capitoli che compongono la rassegna; a questi si aggiungono quelli sulle città come Palermo, e quindi sulla politica, sulla vita, sulla morte e sull’amore, e due filmati che approfondiscono la sua vicenda umana e artistica. Il percorso espositivo si focalizza sugli argomenti che hanno costruito la cifra espressiva più caratteristica dell’artista, che l’ha portata a fare una profonda e continua critica sociale, evitando i luoghi comuni e mettendo in discussione i presupposti visivi della cultura contemporanea. Quello che ne risulta è un vero ritratto, quello di un’intellettuale controcorrente, ma anche una fotografa poetica e politica, una donna che si interessa di ciò che la circonda e di quello che, lontano da lei, la incuriosisce.
Come ha avuto modo di ricordare la stessa Battaglia, “La fotografia l’ho vissuta come documento, come interpretazione e come altro ancora […]. L’ho vissuta come salvezza e come verità”. “Io sono una persona – afferma ancora – non sono una fotografa. Sono una persona che fotografa.”.
“Quelle che il progetto della mostra si propone di esporre – ricorda Francesca Alfano Miglietti curatrice della mostra – del percorso di Letizia Battaglia, sono ‘forme d’attenzione’: qualcosa che viene prima ancora delle sue fotografie, perché Letizia Battaglia si è interrogata su tutto ciò che cadeva sotto al suo sguardo, fosse un omicidio o un bambino, uno scorcio o un raduno, una persona oppure un cielo. Guardare è stata la sua attività principale, che si è ‘materializzata’ in straordinarie immagini”.
Non ha bisogno di presentazioni Letizia Battaglia (Palermo, 1935). Non solo in Italia, ma anche all’estero: nel 2017 il New York Times l’ha infatti citata come una delle undici donne straordinarie dell’anno.
Letizia Battaglia ha raccontato da insider tutta Palermo, per non parlare del contributo dato al teatro, all’editoria e alla promozione della fotografia come disciplina. È riconosciuta come una delle figure più importanti della fotografia contemporanea non solo per i suoi scatti saldamente presenti nell’immaginario collettivo, ma anche per il valore civile ed etico da lei attribuito al fare fotografia.
Nel corso della sua vita Letizia Battaglia ha raccontato anche i volti dei poveri e le rivolte delle piazze, tenendo sempre la città come spazio privilegiato per l’osservazione della realtà, oltre che del suo paesaggio urbano. Letizia Battaglia ‘tratta’ il suo lavoro come un manifesto, esponendo le sue convinzioni in maniera diretta, vera, poetica e colta, rivoluzionando così il ruolo della fotografia di cronaca. Impara la tecnica direttamente ‘in strada’, e le sue immagini si distinguono da subito per il tentativo di catturare una potente emozione e quasi sempre un sentimento di ‘pietas’.
I soggetti di Letizia, scelti non affatto casualmente, hanno tracciato un percorso finalizzato a rafforzare le proprie ideologie e convinzioni in merito alla società, all’impegno politico, alle realtà emarginate, alla violenza provocata dalle guerre di potere, all’emancipazione della donna.
Molti sono i documentari che hanno indagato la sua figura di donna e di artista, il più recente dei quali è stato presentato all’edizione 2019 del Sundance Film Festival. Il film Shooting The mafia, per la regia di Kim Longinotto, racconta Letizia Battaglia giornalista e artista, che con la sua macchina fotografica e la propria movimentata vita è testimone in prima persona di un periodo storico fondamentale per la Sicilia e per l’Italia tutta, quello culminato con le barbare uccisioni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Accompagna la mostra un catalogo Marsilio Editori, con testi di Francesca Alfano Miglietti, Leoluca Orlando, Maria Chiara Di Trapani, Filippo La Mantia, Paolo Ventura.
In occasione della mostra il MIC – Museo Interattivo del Cinema propone dal 10 al 21 dicembre una rassegna cinematografica dedicata alla fotografa e al racconto della sua città, Palermo.
In allegato la lista delle proiezioni
Letizia Battaglia (Palermo 5 marzo 1935) è una fotografa,reportere politica italiana
Inizia la sua carriera nel 1969collaborando con il giornale palermitano L’Ora Letizia si trova ad essere l’unica donna tra colleghi maschi. Nel 1970 si trasferisce a Milano dove incomincia a fotografare collaborando con varie testate. Nel 1974 ritorna a Palermo e crea, con Franco Zecchin l’agenzia “Informazione fotografica”, frequentata da Josef Koudelka e Ferdinando Scianna Nel 1974 si trova a documentare l’inizio degli anni di piombo della sua città, scattando foto dei delitti di mafia per informare l’opinione pubblica e scuotere le coscienze Comprende di trovarsi nel mezzo di una guerra civile. Il suo archivio racconta l’egemonia del clan dei Corleonesi. Sono suoi gli scatti all’hotel Zagarella che ritraggono gli esattori mafiosi Salvo insieme a Giulio Andreotti e che furono acquisiti agli atti per ilprocesso Il 6 gennaio 1980 è la prima fotoreporter a giungere sul luogo in cui viene assassinato Piersanti Mattarella. Nello stesso anno un suo scatto della “bambina con il pallone“ nel quartiere palermitano della Cala fa il giro del mondo.Diviene una fotografa di fama internazionale[, ma non è solo “la fotografa della mafia”. Le sue foto, spesso in un vivido e nitido bianco e nero, si prefiggono di raccontare soprattuttoPalermo nella sua miseria e nel suo splendore, i suoi morti di mafia ma anche le sue tradizioni, gli sguardi dei bambini e delle donne (Letizia Battaglia predilige i soggetti femminili), i quartieri, le strade, le feste e i lutti, la vita quotidiana e i volti del potere di una città dalle mille contraddizioni. Durante la mostra della fotografa nella piazza di Palermo, dove mette in mostra i suoi scatti sui padroni della Sicilia, nessuno osa avvicinarsi[Negli anni ’80 crea il “laboratorio d’If”, dove si formano fotografi e fotoreporter palermitani. Tra essi: la figlia Shobha, Mike Palazzotto e Salvo Fundarotto.Letizia Battaglia è stata la prima donna europea a ricevere nel 1985 ex aequo con l’americana Donna Ferrato, ilpremio Eugene Smith a New York, riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di life. Un altro premio, il Mother Johnson Achievement for Life, le è stato tributato nel 1999Ha esposto in Italia nei Paesi dell’Est Europa, Feancia(Centre Pompidou, Parigii), Gran Bretagna America, Brasile, Svizzera, Canada. Il suo impegno sociale e la sua passione per gli ideali di libertà e giustizia sono descritti nella monografia delle edizioni Motta Passione, giustizia e libertà (lo stesso titolo di una sua mostra).Dopo l’assassinio del giudice Falcone, il 23 maggio 1992, Letizia Battaglia si allontana dal mondo della fotografia, ormai stanca di avere a che fare con la violenzaDal2000 al 2003 dirige la rivista bimestrale realizzata da donne Mezzocielo, nata da una sua idea nel 1991.Nonostante le sue radici siciliane, la Battaglia si trasferisce nel 2003 a Parigi delusa per il cambiamento del clima sociale e per il senso di emarginazione da cui si sentiva circondata ma nel 2005 è tornata nella sua Palermo.
Nel 2017 inaugura a Palermo all’interno dei Cantieri Culturali della Zisa il Centro Internazionale di Fotografia da lei diretto, metà museo, metà scuola di fotografia e galleria.Nel 2019 inaugura a Venezia presso la Casa dei Tre Oci una grande mostra monografica retrospettiva di tutta la sua carriera.
INFO
Dal 05 Dicembre 2019 al 19 Gennaio 2020
MILANO
LUOGO: Palazzo Reale
INDIRIZZO: piazza Duomo 12
CURATORI: Francesca Alfano Miglietti
ENTI PROMOTORI:
- Comune di Milano|Cultura
- Palazzo Reale
- Civita Mostre e Musei