Inaugurata il 15 febbraio ( fino al 2 giugno ) “What I Saw on the road “ la personale,curata da Eike Schmidt e Renata Pintus , che le Gallerie degli Uffizi dedicano a Kiki Smith(Norimberga, 1954), una delle protagoniste dell’arte contemporanea, femminista militante, presente con la sua opera nelle più prestigiose istituzioni internazionali (dal MoMA di New York al Museum of Modern Art di San Francisco, dalla Haus Esters Museum di Krefeld alla Fundació Joan Miró di Barcelona) e vincitrice per acclamazione della 51ª Biennale di Venezia del 2005 con l’ installazione Homespun Tales.
Kiki Smith coniuga le tecniche tradizionali (la fusione, la terracotta, l’arazzo, l’incisione) con la più sofisticata tecnologia digitale, e i suoi temi attingono alle fonti visive del Medioevo cristiano, della protoscienza sette-ottocentesca e di certo surrealismo, con risultati capaci di rappresentare ancora le ossessioni, le lacerazioni, le contraddizioni dell’umanità di oggi.
Tematica centrale e pressoché esclusiva del suo discorso è stata fino a tutti gli anni ’90 la corporeità, e in particolare il corpo femminile in tutta la sua fragilità ma anche eroicamente capace di riscatto e ribellione. Più di recente la riflessione dell’artista si è allargata a considerare l’intero rapporto tra uomo, natura e cosmo: le immagini che ne sorgono hanno assunto i toni di una grazia pacificatrice che può essere una soluzione, un antidoto in tempi di odio e brutalità. Tutto questo si avverte nell’afflato quasi animistico di alcuni dei 12 arazzi jaquard nella mostra, ai quali – nelle sei sale del percorso espositivo – si affiancherà anche una selezione di sculture.
Kiki Smith nasce a Norimberga nel 1954, cresce nel New Jersey e si stabilisce a New York nel 1976, città dove ad oggi vive e lavora. Alla fine degli anni ’70 è membro del COLAB (Collaborative Project Inc.), collettivo di artisti che si occupano di problematiche sociali e che operano al di fuori del sistema tradizionale delle gallerie. Nel 1980 COLAB allestisce la retrospettiva “Times Square Show” dove Kiki Smith partecipa esponendo il suo primo lavoro sul corpo. Dopo aver esposto in collettive ai margini del tradizionale circuito galleristico, inizia a partecipare ad eventi presso le più prestigiose istituzioni internazionali tra queste, nel 1990, il Museum of Modern Art di New York, il Centre d’art Contemporain di Geneva, l’Institute of Contemporary Art di Amsterdam e successivamente, tra gli altri, nel 1993 l’Österreichisches Museum für Angewandte Kunst di Vienna. Nel 2005 la prima retrospettiva di Smith al Museum of Modern Art di San Francisco, la mostra viaggia anche al Walker Art Center di Minneapolis, al Contemporary Arts Museum di Houston, al Whitney Museum of American Art di New York e alla Colección Jumex di Città del Messico. Nel 2008 la mostra “Kiki Smith: Her Home” viene presentata al Haus Esters Museum di Krefeld, alla Kunsthalle di Norimberga, alla Fundació Joan Miró di Barcelona e all’Elizabeth A. Sackler Center for Feminist Art del Brooklyn Museum di New York. Tra le Biennali ricordiamo la Whitney Biennial di New York (1991, 1993, 2002), la Biennale di Firenze (1996–1997; 1998) e quella di Venezia (1993, 1999, 2005, 2009, 2011). Tra le mostre più recenti “Les Papesses” al Palais des Papes ad Avignone e la mostra a tre con il lavoro del padre e della sorella: “Kiki Smith, Seton Smith, Tony Smith” presso la Kunsthalle Bielefeld in Germania che ha viaggiato anche al Kunstmuseum Liechtenstein, Vaduz e al Festival International d’Art de Toulouse: “Artist Comes First, Les Abattoirs”, Musée d’Art Moderne et Contemporain a Tolosa; “Fiber Visions” presso Zhejiang Art Museum, in occasione della Triennale di Hangzhou in Cina. I lavori di Kiki Smith sono inclusi in più di cinquanta importanti collezioni pubbliche in tutto il mondo. L’artista ha ricevuto molti riconoscimenti internazionali: United States Art in Embassies Award (presentato da Hillary Clinton nel 2012), Theo Westenberger Women of Excellence Award (2010); Nelson A. Rockefeller Award, Purchase College School of the Arts (2010); Women in the Arts Award, Brooklyn Museum (2009); 50th Edward MacDowell Medal (2009); Medal Award, School of the Museum of Fine Arts, Boston (2006); Athena Award for Excellence in Printmaking, Rhode Island School of Design (2006), Skowhegan Medal for Sculpture (2000). Nel 2006 la rivista TIME l’ha indicata tra i “TIME 100”, le persone più influenti del mondo. L’artista è stata eletta membro dell’American Academy of Arts and Letters e dell’American Academy of Arts and Sciences.