Presentato per la prima volta presso le prigioni del castello Sforzesco di Vigevano, il progetto artistico fortemente voluto dai due artisti internazionali Gabriella Maldifassi e Giulio Orioli si configura, già dal titolo, profondo e complesso. Jailbreak, fuga, evasione, ma da cosa? Dalla contingenza del presente piegata alle regole di un tempo ormai saturo, che deve fare i conti con millenni di evoluzione e col malessere di una civiltà il cui futuro sembra ormai segnato. Il tema dell’evasione è qui inteso come un linguaggio mentale, come metafora che spinge nella direzione di uno scasso tra le macerie dell’uomo per portare alla luce delle problematiche che hanno in seno il peso dei secoli. Sette celle in cui gli artisti dialogano con le loro opere per decifrare i segni del tempo, scorgere i cambiamenti del mondo. Attraverso i materiali, dai più poveri e fragili come tessuti e legno soggetti all’erosione del tempo ai più solidi e duri come il marmo e la pietra, si muove il viaggio sia fisico che poetico nelle celle del pensiero dell’umanità. Nel loro dialogo le opere si danno come chiavi di lettura che, attraverso l’indagine espressiva, interpretano in maniera lucida le succitate problematiche con cui l’Essere odierno deve fare i conti ma che pongono radici profonde e lontane
Viaggio ancora una volta come metafora dell’odissea dell’uomo che nel corso della storia ha dovuto affrontare molteplici metamorfosi, adattandosi come un mutaforma, al costante bilanciamento tra passato e futuro il cui progetto potrebbe delinearsi come distruttivo in potenza. Sono proprio queste digressioni che hanno determinato un rischioso cambio di paradigma, il cui destino sembra essere proiettato verso le intelligenze artificiali che arriveranno definitivamente a spazzare via l’impronta dell’uomo sulla terra. Il futuro sarà dunque umano o cibernetico? Di fronte a questa domanda l’umanità tutta è chiamata a scegliere, specialmente in un momento storico come quello attuale che ha definitivamente abbandonato le grandi narrazioni per adeguarsi esclusivamente all’idea di un futuro sempre più frammentato e caotico. La linea di confine sulla quale questa mostra vuole riflettere, è segnata proprio dalla contingenza del presente i cui interrogativi sono prossimi ad essere svelati. Con la potenza del confronto, le opere vogliono riflettere e mettere in avviso lo spettatore da un immaginifico futuro distopico che vedrebbe l’uomo lasciare il pianeta ormai consumato dalla tecnologia. Sarà l’uomo in grado di difendersi e proteggersi per sopravvivere? Si troverà un equilibrio sufficientemente teso per poter recuperare l’anima del mondo? Resteremo umani?
GABRIELLA MALDIFASSI si lascia alle spalle la professione forense alternando l’attività artistica a quella di scrittrice e storica della gastronomia, anche se da alcuni anni si dedica quasi esclusivamente alla prima.
Partecipa a partire dal 1986 a mostre collettive e personali in Italia e all’estero. E’ anche organizzatrice di eventi artistici e nel 2016 diventa PR di AIAPI – Associazione Internazionale Arti Plastiche Italia, partner dell’Unesco
GIULIO ORIOLI. Tra i più interessanti artisti italiani contemporanei, egli esplora i codici della civiltà della tecnica in cui gli orizzonti dell’uomo sempre di più si normalizzano e si riducono a mera funzionalità.Prevalentemente scultore, ma è stato definito “artisticamente – poliglotta – […] perennemente alla ricerca di risposte sull’essenza più intima dell’universo”. Ha partecipato a grandi mostre internazionali e a progetti editoriali; sempre alla ricerca di “segnali altri” per decifrare la complessità.
INFO
Progetto artistico di
GABRIELLA MALDIFASSI
GIULIO ORIOLI
Prigioni del Castello Sforzesco di Vigevano
dal 16 al 31 marzo 2019
Col patrocinio di
Comune di Vigevano
Matera 2019. Capitale della cultura europea
AIAPI.it Associazione Internazionale Arti Plastiche Italia
Comitato Italiano di IAA/AIAP UNESCO official Partner
Inaugurazione sabato 16 marzo 2019 ore 16,30
Apertura solo di sabato e domenica ore 10,30 – 12,30 15,30 – 18,30
Presentazione di Caterina Orioli
Musiche di Mario Eugenio Cominotti