articolo di Grazia Pastore estratto dalla rivista Sineresi n. 1
“Metamorfosi”, come evoluzione dinamica di uno stato preesistente, metafora del desiderio di rinnovamento, percorso creativo che muta continuamente di senso e cambia l’immagine di un oggetto, di un luogo, di un’identità.
Il MUSMA (Museo della Scultura Contemporanea di Matera) nel Sasso Caveoso è il più importante museo italiano interamente dedicato alla scultura, una collezione d’arte che racconta la scultura italiana ed internazionale dalla fine dell’ 800 ad oggi. E’ uno dei luoghi della cultura, programmati e realizzati dalla Fondazione Zétema di Matera, ed inserito nel “Distretto Culturale dell’Habitat Rupestre della Basilicata”. MUSMA è anche emblema di metamorfosi. E’ al suo interno, infatti, che l’energia millenaria e primitiva della roccia si integra con la forza espressiva dei nuovi linguaggi dell’arte, in un netto gioco di contrasti, a tratti stridente e tuttavia di straordinaria efficacia visiva.
Unico museo “in grotta” al mondo, interconnette contenuto e contenitore, tra ambienti di calcarenite ed una selezionata serie di sculture di estrema modernità, in un viaggio straordinario nella materia e nelle tecniche espressive.
Sono più di 500 le opere in bronzo, marmo, pietra, ferro, acciaio, terracotta, ceramica, gesso, legno, cartapesta, ma anche disegni, incisioni, multipli, medaglie e libri d’arte, un patrimonio proveniente da donazioni di artisti, collezionisti privati, critici d’arte, gallerie nazionali ed internazionali e dal Circolo La Scaletta di Matera. Medardo Rosso, Cambellotti, Martini, Picasso, Mascherini, Raphael, Greco, Melotti, Fazzini, Accardi, Basaldella, Cascella, Manzù, Lassaw, Hare, Perilli, Scialoja, Uncini, Viani, Lorenzetti, sono solo alcuni dei numerosi Maestri ospitati.
In un’antitesi riuscita, tra antico e moderno, il percorso espositivo si sviluppa per circa 2000 mq su due livelli, comprendendo dieci eleganti sale al piano superiore del Palazzo Pomarici (XVI secolo) o “Palazzo delle cento stanze”, ed i sottostanti ambienti ipogei, collocati in maniera irregolare, a quota più bassa rispetto ai cortili da cui si accede.
Sono luoghi che si sono trasformati nel corso dei secoli: il complesso di grotte del piano terra era in origine un insediamento conventuale dei Domenicani; nel 1703 gli ipogei furono acquisiti dal notaio Cesare Pomarici come magazzini per la conservazione del cibo, stalle e carbonaie, entrando a far parte del nucleo abitativo del piano superiore occupato, già dal 1697, dalla sua facoltosa famiglia, originaria di Anzi (Pz).
Dal primo cortile, al piano terra, si accede alle “Sale della caccia”, destinate a mostre temporanee e arricchite da raffinate pitture murali settecentesche, e alla Biblioteca “Vanni Scheiwiller”, un’ area di studio, consultazione e documentazione, con più di 6000 volumi tra monografie e cataloghi d’arte, 200 video (da Anton Giulio Bragaglia a Anish Kapoor) ed una fototeca (i fotografi degli scultori: H.Cartier-Bresson, Mario Cresci, Ugo Mulas, Isa Crescenzi, Romano Martinis, Pasquale De Antonis, Marina Franci, Milton Gendel, Arno Hammacher, Aldo Ballo, Lorenzo Cappellini, Mario Carrieri, ecc.).
Sul secondo cortile si affaccia la “Sala della Grafica e della Ceramica”. Al piano superiore la collezione del museo è allestita in dieci sale, secondo un percorso storico-cronologico sulla scultura nazionale ed internazionale, dalla fine del XIX secolo alle recenti avanguardie.
Il MUSMA è anche spazio didattico; ospita cicli di proiezioni su argomenti di stretta contemporaneità e laboratori creativi rivolti ai bambini della Scuola dell’Infanzia e agli adulti, per promuovere l’interesse ed il rispetto per l’arte.
Se la scultura è mutamento della materia, Il MUSMA, come struttura tangibile, ha declinato il proprio retaggio storico per accogliere la testimonianza dell’arte contemporanea. Ha subito una metamorfosi di luogo e di significato che, a sua volta, è parte integrante di una trasformazione più ampia, spazio-temporale, perpetua ed inarrestabile, che coinvolge l’uomo e lo sconvolge, proiettandolo entro processi universali che, di nuovo, si fonderanno, o si sfalderanno, a generare nuovi e sconosciuti micromondi.