Sarà inaugurata domenica prossima (23 dicembre 2018) alle ore 12 nella cripta della Chiesa della S: Annunziata del Comune di Isnello (Palermo), la mostra “Hot Spots. Rumore di Fondo. Esplorazioni e un libro di d’artista”, un progetto di Domenico Stagno (fotografo, studente dell’Accademia di Belle Arti di Palermo) a cura di Emilia Valenza. L’esperienza della residenza dell’artista Domenico Stagno, che ha avuto luogo a Isnello durante l’ultima settimana di luglio, prende forma in una mostra di fotografie e cianotipie e di un taccuino di appunti, a metà strada fra la nomenclatura di un botanico di fronte alla varietà della flora locale e un pioniere che disegna nuove mappe di territori limitrofi e li correda di appunti, fotografie e rilievi sui terreni. Le tecniche più avanzate dell’eye-tracking, frontiera delle neuroscienze, incontrano i linguaggi della fotografia classica e il cianotipo.
La ricerca di Domenico Stagno focalizza la sua attenzione proprio sulla modalità esplorativa dello sguardo, una modalità che si spinge verso la scoperta di tutte le possibili relazioni esistenti in natura, spesso invisibili ad uno sguardo superficiale, o casuali, ma rilevati con pazienza e intrecciati tra loro a cercare convergenze e nuovi significati.L’esplorazione di un luogo prevede sempre un’influenza reciproca, una comunicazione costante fatta di dati espliciti e messaggi sotterranei. L’occhio è in navigazione continua, movimenti saccadici e fissazioni corrispondono a una mappatura di territori, oggetti e soggetti immersi nella stessa rete di relazioni.
Dalleriflessionidell’artista: “Quelloche mi catturasonosempre le relazionipossibili, metaforetrovate in natura, significanti per nascita. Cosìunpaesenasceincastonato e giàpreziosodall’orogenesi di un’isola e fa da scoglio per le storie e le osservazioni del quotidiano. Allorastolì ad ascoltare, ad appuntareitransiti e ivettorideglisguardiche mi fanno da mappa per luoghichenon conosco ma chepossopercorrere”.
La mostra, che fa seguito alla residenza d’artista avvenuta nel mese di luglio – afferma Laura Barreca, Direttore del Museo Civico di Castelbuono – nel programma di Madonie Landscapes e sposa a pieno le finalità del progetto iniziato nei mesi scorsi concepito come strumento di rilancio turistico e culturale del territorio madonita, grazie alla collaborazione strategica degli amministratori dei tredici comuni aderenti, con i quali è stata realizzata la programmazione culturale di “Palermo Capitale della Cultura 2018”. Una piattaforma di buone pratiche pensata per promuovere le Madonie come “brand”, ovvero Madonie Landscapes fondato sulla valorizzazione di un patrimonio materiale e immateriale tra i più importanti d’Italia, che rende il paesaggio madonita un unicum nel Mediterraneo. Un ringraziamento particolare – conclude Laura Barreca – va al Comune di Isnello, nella figura del sindaco Marcello Catanzaro e dell’Assessore Anna Agostara per la preziosa collaborazione alla riuscita del progetto.
Info:“Hot Spots. Rumore di Fondo. Esplorazioni e un libro di d’artista”
Ideazione della residenza per Madonie Landscapes
e curatela della mostra Emilia Valenza
Fotografie, Cianotipie, Libro d’artista,
Video e Progetto Grafico Domenico Stagno
Dove: Cripta della Chiesa della SS. Annunziata / Comune di Isnello (PA)
Orari: dal lun. alla dom.: 10.00/12.00 – 16.00/18.30
Inaugurazione: 23 dicembre 2018,ore 12.00
Durata: La mostra sarà aperta dal 24 dicembre 2018 al 24 febbraio 2019
Partner Accademia di Belle Arti di Palermo Dipartimento di Comunicazione e Didattica dell’arte
Info www.comune.isnello.pa.it tel. 0921616125 – 3386165786
Biografia Domenico Stagno
Domenico Stagno è nato a Palermo, dove risiede. È specializzando all’Accademia di Belle Arti presso il Dipartimento di Progettazione e Arti Applicate per l’Impresa dove è diplomato con una tesi d’indagine semiotica intitolata “Lo Sguardo semiotico”, che ha rappresentato l’inizio ufficiale della sua strada di ricerca sulle tematiche delle semiotiche dell’arte, le neuroscienze e la sociologia per la comunicazione, campi di studio rivolti alle teorie dei mondi mediali.
Vincitore nel 2016 della Borsa di studio UniCredit Arte e del Premio Nazionale delle Arti Ed. XII nella sezione Fotografia contemporanea, con mostra collettiva al Palazzo Ducale di Urbino.
Collaboratore per la comunicazione visiva per manifestazioni e istituzioni (Festino di S. Rosalia, Palermo_2013, La Bellezza e la Rovina – Itinerari di Poesia, inOltreParaole / Festival del verso corrente, FLM, Natale a Danisinni, Teatro Libero di Palermo, Politeama Garibaldi di Palermo) e per committenze private.
Curatore e direttore artistico di workshop e festival culturali nell’ambito della comunicazione e della fotografia. EmCee per il coordinamento regionale siciliano LIPS, attivo dal 2010 (presso il Piccolo Teatro Patafisico e L’Oratorio di San Lorenzo per Amici dei Musei Siciliani) come performer di Poetry Slam, disciplina per cui ha rappresentato la Sicilia come finalista nazionale alla Mole Vanvitelliana di Ancona, nella cornice de “La Punta della Lingua 2015”. Partecipa a progetti artistici nazionali e internazionali promossi dall’Accademia di Belle Arti di Palermo e a progetti collettivi indipendenti.
www.domenicostagno.it
iMADONIE LANDSCAPES
UFFICIO STAMPA Ivan Mocciaro tel. 3492978581_madonielandscapes@libero.it
MAPPATURE INDISCRETE
di Emilia Valenza
Vivere un luogo significa seguire i propri passi raminghi, scoprire il divergere o il convergere delle piste che conducono verso posti conosciuti o segreti, sentire gli odori, ascoltare i rumori, le voci, i versi animali che si incrociano per confondersi e sommarsi, unicamente mossi dal desiderio di conoscenza, che è appropriazione, messa in opera, messa in questione, è sovrapposizione di esperienze che servono a inventariare situazioni, storie, facce, dimore, architetture, alberi, cespugli, natura e cultura. Come per Gilles Clément, uno dei paesaggisti più celebri al mondo, conoscere le terre (e in particolare la campagna della Grange, in Francia), i loro confini e il loro proprietari è stata l’unica strada per trovare il posto giusto dove poter costruire il suo giardino/abitazione e raggiungere quella forma d’integrazione, che è rispetto, condivisione e cura, allo stesso modo la permanenza in un luogo, per un artista, attiva un processo di conoscenza che gli permetterà di penetrare il tessuto connettivo e di assorbire quante più informazioni possibili da restituire nella forma di un progetto artistico. L’idea di una residenza d’artista, quale progetto per Madonie Landscapes, è nata proprio da queste riflessioni e dalla consapevolezza che così tanta natura e storia debbano poter toccare le corde della creatività più autentica attraverso un contatto diretto, attraverso l’esperienza con il genius loci, con l’anima dei luoghi. Conosco Domenico Stagno da alcuni anni. Il suo approccio alle cose, frutto di un atteggiamento meditativo e colto, necessita uno sguardo esplorativo, un tempo lento di sedimentazione e di elaborazione, per sostenere concettualmente la sua ricerca. Da osservatore attento indaga i fenomeni naturali e sociali al contempo, per rintracciarne le coordinate che uniscono, che mettono in relazione e inquadrano gli eventi, ma anche i punti di distanza o tutto ciò che rimane invisibile e che da artista riuscirebbe a far emergere. Per avviare la serie di residenze estive nel territorio delle Madonie, seguite dalla mostra che raccoglie i risultati di questa esperienza, la scelta di un artista come Domenico Stagno mi è sembrata la più opportuna, proprio alla luce del suo modus operandi. Nella settimana di fine luglio trascorsa a Isnello, l’artista ha vissuto una situazione immersiva nell’ambiente del paese e del paesaggio che lo circonda. Ha portato in evidenza i segni espliciti ma anche nascosti di un sentire collettivo, ha creato una trama con le immagini che si sono fissate nella sua memoria, quasi sempre non cercate ma individuate per caso, come se queste emettessero un suono unico e singolare tra il rumore di fondo, fatto di tante perturbazioni sonore. In mostra, Domenico Stagno ricostruisce quel circuito di relazioni che possiamo considerare una nuova mappa di Isnello, una geografia di punti che toccano la religione, l’astronomia, l’antropologia. Così i santi ricevono in dono un ricamo dorato che li trasforma in indicatori di nuove costellazioni, come se fosse possibile, in fondo, aprire un discorso tra religione e scienza. La stampa fotografica artigianale, quella della cianotipia, è utilizzata da Domenico per descrivere il suo ordine di santi, che non appaiono virati nel colore ciano-‐blu, solito per questa tecnica, piuttosto in un avorio chiazzato di muffa, dovuto all’uso di candeggina e aceto, che riprende le pareti di fondo delle chiese, il colore delle nicchie dove sono accolti i santi. Dalle visite alle chiese rimangono fissi, in un’altra serie fotografica, alcuni dettagli di interni, brani di modesta ma significativa quotidianità, scovati dentro queste architetture votate alla solennità mistica o a un preziosismo che nei fatti sommerge e nasconde gli elementi più semplici, che in queste immagini, al contrario, trovano visibilità. Le fotografie realizzate all’esterno, durante il vagare nei boschi madoniti, appaiono come una sorta di monitoraggio dei movimenti saccadici dell’occhio umano. Così i paesaggi risultano esplorati da movimenti di sguardo, punti casuali nell’universo che creano nuovi tracciati e testimoniano il nostro modo di avvertire la potenza di un luogo, di strutturarlo secondo una logica tutta interna alla visione. Senza la tecnologia avanzata dell’eye-‐tracking non avremmo mai saputo su quali punti si posano i nostri sguardi, ma è anche vero che questi punti sono la proiezione del nostro sentimento della natura. E infine il libro, una sorta di taccuino di appunti, come lo definisce l’artista: “a metà strada fra la nomenclatura di un botanico di fronte alla varietà della flora locale e un pioniere che disegna nuove mappe di territori limitrofi e li correda di appunti, fotografie e rilievi sui terreni”. Conoscere e riconoscere e poi riprogettare per continuare a dare un senso alla realtà, altrimenti anestetizzata dalla ripetitività: il progetto di Domenico Stagno restituisce un valore e ridefinisce la capacità di osservare. E infine crea mappe originali per nuove visioni.