Andrés Avré e la sua opera sono ancora in attesa di una lettura e una diffusione adeguata. Il suo lavoro nasce senza ossessioni progettuali, ma con spontanea capacità di trarre forza dagli infiniti segni precari che ci mostra la vita. La pittura di Avré nella sua inquietudine di interrogare in modo infinito lo spazio, rappresenta una versione ricca e personale dell’informale europeo. La sua poetica recupera valenze primordiali, microcosmi di terra e materia appena emersa dal caos, e nel contempo palinsesti sovrapposti sui quali l’uomo e la natura lasciano le proprie tracce. L’incessante progressione della sua ricerca lo inoltra nel periodo più alto, avvicinandolo ad artisti come Wols, Tàpies, Soulages, Richter. I dipinti di Andrés Avré si sviluppano attraverso un processo di sovrapposizione, mutamento e trasformazione, in un accumulo organico di strati, immagini e toni precedenti che emergono e scompaiono, rivelando l’archeologia del passato. L’artista trae ispirazione dalla natura, dall’archeologia, dalla geografia e dalla fisica. Astratte e pure, le sue composizioni sono una metafora poetica del cambiamento e della trasformazione. Sono testimoni silenziosi di tutto ciò che cambia e riflettono il paesaggio architettonico in cui l’artista è immerso, i muri degli antichi borghi di Langa, fatti di palinsesti storici sovrapposti. L’artista lavora da anni al tema della trasformazione come metafora dell’esistenza umana e riflesso dei meandri del suo pensiero. La trasformazione della materia e dei sentimenti non è mai solo un gioco intellettuale o una prova crudele a cui tutti siamo sottoposti, ma vera pulsione che informa tutta la sua opera, diventando ossessione, cifra inconfondibile, mai priva di fascino. In fondo Avré dà vita ad un archetipo, quello dell’instabilità di tutto ciò che ci circonda, del mutare incessante delle cose, delle persone e dei sentimenti in un’evoluzione continua che crea nuove realtà, spesso più affascinanti rispetto alle precedenti. Del resto dobbiamo considerare la trasformazione una forma biologica che accomuna tutti, un processo che ci portiamo dentro, che ci appartiene e da cui non riusciremo mai a liberarci del tutto perché parte del nostro esistere. Non si tratta quindi solo di un’ esperienza traumatica o degenerativa, quanto piuttosto di un cambiamento, una superfetazione, un riappropriarsi di ciò che era nascosto o di ciò che era latente. Semplicità e capacità narrative di forte impatto, sono caratteristiche di questo artista che interviene sulle tele in modo energico, creando delle opere in cui l’apparente semplicità cela l’armonia delle forme e dei colori stratificati. Ogni sua opera è sufficientemente densa e “ambigua” tanto da creare un’energia che coinvolge e incuriosisce, energia che ci invita a interpretare colori, segni ed emozioni interiori. L’accumulazione, il divenire che crea, modifica, stratifica la materia e ogni esperienza vitale, sono temi fondamentali della sua poetica che diventano anche il suo modus operandi, la sua cifra espressiva. Alcune sue opere giungono alla fine del processo creativo solo dopo aver alternato fasi di riposo ed elaborazione, attraverso molteplici lavorazioni: lucidature, rimozioni, rivestimenti, lavaggi, sigillature e graffiature. Le opere di Andrés Avré comunicano alla memoria e al cuore. Negli intenti dell’artista c’è la volontà recondita di ricontattare la parte più intima dell’uomo, quella che gli permette di esercitare la curiosità e l’apertura mentale alla percezione minimale, scevra da pregiudizi, carica di possibilità, desiderosa di conoscere. L’artista indaga le opportunità offerte dalla tecnica e dalle sue numerose manifestazioni per attivare l’immaginazione dell’uomo, per permettergli di ritrovare instabili armonie primordiali, per condurlo oltre le apparenze, in un percorso relazionale che sia metafora di continua e instancabile ricerca. Andrés tende ad animare lo spazio pittorico in un universo sospeso tra libertà e divisione, densità e leggerezza. Ogni sua opera celebra l’armonia degli spazi e l’estetica dell’imperfezione. Le sue creazioni inconfondibili, talvolta divisive, sono astratte e pure, eppure estremamente “materiche”, reali e concrete, un ossimoro possibile e vitale che diventa percezione nello spettatore attraverso la sua capacità di riflettere simboli e significati.
Manuel Zoia
Andrés Avré è nato a Torino nel 1966 è un prolifico ed energico pittore autodidatta, con un crescente profilo di mostre personali e collettive. Dopo una serie di esperienze lavorative nel settore dell’illustrazione e del fumetto è approdato recentemente all’arte informale attraverso un particolare percorso evolutivo personale. Da circa trent’anni si interessa di televisione e audiovisivi, attività che costituisce la sua principale occupazione e da cui ha tratto ispirazione per molti suoi lavori, in particolare quelli relativi alla prima collezione “Monitors”(2017).Nel 2009 ha scritto ed illustrato per l’Artistica editrice il volume “Al calar dei barbari” in cui ha condensato il suo interesse per l’arte la storia e l’archeologia. Due suoi lavori sono stati selezionati dalla New York Gallery e attualmente sono esposti sul sito on line della galleria: https://newyorkart.com/search?q=andres+avre
Andrés Avré dal 2019 ha trovato la sede per la sua vetrina internazionale a Monforte d’Alba, antico borgo della langa albese frequentato da molti stranieri che qui ogni anno possono visitare il suo accogliente atelier “Temporary Forge” in via Marconi 23.
Collezioni 2017 Monitors
2018 Fragments
2019 Materialia
2020 Elementi Rarefatti
2021 Sedimenta
INFO
ANDRÉS AVRÉ – sedimenta
Testo critico di MANUEL ZOIA
Le mostre di Sineresi
A cura di ANNA R. G. RIVELLI
Dal 03/03 al 03/04 2021
chi fosse interessato alle opere in mostra può contattare direttamente l’artista
andresavre@gmail.com
Contatto Instagram: andres_avre_art