Il Rinascimento italiano è stato un periodo storico, tra Comuni e Repubbliche, di massima espressione culturale lungo molteplici discipline. Il livello di conoscenza raggiunto fu ineguagliabile. Casa del Mantegna, edificata dal 1476 e abitazione dell’omonimo artista, rappresenta a livello architettonico un esempio concettuale dei canoni dell’epoca. Il cortile circolare aperto, dove tutto ruota sulla scritta Ab Olimpo (Dall’Olimpo) per una centralità dell’uomo, come fu per Fidia che si rivolse con questa esclamazione agli Dei affinché gli fosse riconosciuta la sua grandezza e di conseguenza l’importanza degli essere umani per la loro capacità creativa.
Alfredo Rapetti Mogol profondo autore di testi musicali, cerca di leggere il sentimento insito nella melodia per approdare a immagini e parole. A livello artistico, trasporta la percezione, il messaggio e la forma di una canzone in momenti atti a definire struttura e contenuto.
Per la prima volta a Casa del Mantegna, Mantova, la mostra personale dal titolo “Parole svelate”, grazie al curatore e critico d’arte dr Alain Chivilò, permette di approfondire un iter artistico dal costante verve creativo che si articola in simbologie segniche che, da una base cromatica informale o monocroma, determinano pura riflessione.
Nasce in Rapetti Mogol dunque, una pittura intellettiva che ha lo scopo di unire ogni situazione all’interno della quale la memoria ha vissuto, sta delineando e andrà a determinare
Lungi da una visione luciferina (José Saramago) e da una rocciosa (Carlo Levi), Rapetti Mogol apre una sensibilità ulteriore nell’essere umano grazie alla parola dalla quale il modo di esprimersi, avvertito nelle sue opere, crea sensorialmente dialoghi e ascolti ulteriori. L’artista non pone barriere, bensì libera sinergicamente le vie della nostra mente, permettendo alla sua fraseologia, nell’essere visivamente criptica, di svelarsi in un bidirezionale ascolto.
Come scritto dal curatore Chivilò, il contenuto non è imposto, ma si apre in perenni stati d’animo, che noi stessi evochiamo, per una forma traslata dall’arcana atmosfera amanuense. Lungi dalla mera trascrizione, il maestro stabilisce onirici istanti per inesauribili cogitazioni, permettendo alle sue opere d’interagire nell’architettura fra silenzi metafisici, per contemplare un quid superiore alle nostre percezioni. Flussi simbolici si alternano dunque in nuance cromatiche delicate, per emozioni tonali sospese in un senso d’indeterminatezza, diviso tra il compiuto e il futuribile realizzarsi.
Alfredo Rapetti Mogol
(Milano 1961), la sua formazione artistica risente del clima famigliare, dove da generazioni si respirano musica, letteratura, poesia. Giovanissimo, Rapetti è introdotto dal nonno materno, Alfredo De Pedrini, Presidente dell’Associazione Arti Grafiche, nell’ambiente artistico milanese, arrivando a maturare la passione per la pittura, alla quale si uniscono la formazione presso la Scuola del Fumetto a Milano, le collaborazioni in ambito editoriale, mentre l’esercizio pittorico viene sperimentato in diverse direzioni, destinate a confluire, nel 1996, nello studio degli artisti Alessandro Algardi e Mario Arlati che invitano Rapetti a condividere con loro la ricerca pittorica. Nell’atelier di Via Nota, Rapetti lavora quattro intensi anni, arrivando a maturare l’esigenza di coniugare le sue due più grandi passioni: la scrittura e la pittura, intendendole quali visualizzazioni del processo mentale e psicologico. Grazie ad una tecnica particolare, detta impuntura, l’azione del dipingere si fonde così con l’atto dello scrivere, e le parole iniziano ad essere segnate non solamente su fogli ma anche nelle tele.
Segni, tracce, graffiti di un’umanità creativa e consapevole, le opere di Rapetti proseguono quell’ideale tragitto di una scrittura pittorica che tanto più è universale, quanto più sa frantumarsi e confrontarsi con i secoli della storia dell’arte, dalle avanguardie storiche al concettuale, passando per le esperienze spazialiste di Lucio Fontana e le grafie astratte degli anni Cinquanta.
Trovata la forma espressiva congeniale alla sua poetica, fra la fine degli Anni Novanta ed oggi è davvero notevole l’attività espositiva, sia personale che collettiva, conseguita dall’artista, instancabile come la sua opera sempre in viaggio fra l’Italia e il resto del mondo: universale, appunto. Docente presso il Centro Europeo di Toscolano e nelle Università dell’immagine di Milano e New York, Rapetti è stato invitato a numerose conferenze e workshop: ricordiamo la sua relazione tenuta alla Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano, e l’insegnamento in occasione di Master dell’Università Cattolica di Milano e Master in Arte e Scrittura all’Università Luiss di Roma.
Si ringrazia per la collaborazione:
Galleria d’arte ArteA di Alessandro Deponti – http://www.arteagallery.it
ARTEA si propone sul mercato italiano ed europeo fin dagli inizi del 2005 cercando di offrire a tutti i suoi collezzionisti un servizio completo di consulenza, vendita e assistenza, mirato a costruire collezioni di alto profilo qualitativo nonché un solido e duraturo investimento finanziario nel tempo.
INFO
Alfredo Rapetti Mogol
Parole svelate
a cura di Alain Chivilò
Casa del Mantegna
20/7 – 25/8/2019
Mantova, via Giovanni Acerbi 47
Da mercoledì alla domenica (giovedì 15/8 aperto)
10 – 13 / 15,30 – 19,30
Ingresso gratuito